Non sono un esperto di musica. Non sono un critico letterario né cinematografico. Non me ne intendo di cucina. Tendo ad andare sempre negli stessi posti. Ma questo non frenerà la mia ambizione di gloria sui social network.
Ho tutto il diritto di essere un influencer. Un opinionista 2.0.
Internet mi fornisce tutti gli strumenti per dire la mia, in qualsiasi ambito, con fare sofisticato, senza alcun approfondimento, ma in modo impeccabile.
Spotify educa il mio orecchio musicale non raffinato, curando playlist che mi possono condurre dall’Anaconda di Nicki Minaj alle variazioni Goldberg, sorprendendomi in ogni passaggio del suo sofisticatissimo algoritmo – acquisito con The Echo Nest -, suggerendomi il brano ideale per essere condiviso con i miei followers che si congratuleranno per la mia apertura e curiosità.
L’aggiornamento del discover di Instagram mi permetterà di svettare al di sopra dei selfie pubblicati dai miei amici nei bagni di locali à la page scelti grazie ai suggerimenti di Foursquare, e di Repostare i migliori gatti del circondario digitale alternati a frasi illuminanti permettendo al mio ego social di svettare nell’iperuranio della filosofia per Tumblr.
Anche il mio commento alle trasmissioni televisive che non guardo sarà ficcante ed arguto, grazie ad hashtag d’impatto suggeriti in sovraimpressione alla trasmissione stessa, e a trending topics sponsorizzati e non, che mi permetteranno di essere sicuro di non applaudire al momento sbagliato.
Ora posso ringraziare pubblicamente i miei amici, facendolo con un video “Thank You” grazie ai layout preimpostati di Facebook, che pescheranno le nostre foto più apprezzate, e le assoceranno a frasi toccanti e condivisibili, garantendo commozione e piogge di like.
Si vede che mi sono svegliato con la luna storta perché sommerso da una ondata di piena di tweet e foto dell’esondazione di 50cm del Lambro.
Non fraintendetemi, amo l’algoritmo. L’algoritmo deus ex machina che mi suggerirà il disco perfetto da ascoltare quando non avrò amici a portata di mano. L’algoritmo che mi darà spunti su dove andare a cena incrociando i pareri di migliaia di utenti gourmand. L’algoritmo che in base ai miei pareri sui film che sono andato a vedere mi condurrà alla proiezione della vita.
Solo che… se l’algoritmo genera suggerimenti in base alle mie / nostre preferenze, e ci affidiamo a lui per espandere la nostra conoscenza, arriviamo ad un punto in cui finisce per generare consigli in base ad altri contenuti che ci ha consigliato lui stesso. E la conoscenza non si espande, si appiattisce.
Si perde la potenza dirompente del “passaparola”, del famoso peer to peer, che ha decretato il successo dei review sites e dei social network come punto di incontro e scambio di idee / pareri / opinioni. Si abbandona lo scambio per tornare alla fruizione passiva.
Se gli hashtag sono precompilati, se i meme sono automatizzati, se le playlist sono curate da editor (umani o non), forse è un segnale che la sostanza è poca? Che tutti questi punti di scambio social sono più semplici, di nuovo, in ottica di consumo che di partecipazione?
Forse un “Grazie” ad un amico, seppur video e pubblico su Facebook (ma anche no), lo preferirei se fosse una schifezza accrocchiata col telefonino, che un montaggio preimpostato.
…che poi ci sarebbe anche un bel “grazie” di quelli detti di persona… ma sono della generazione Y, non esageriamo
Forse andrebbe studiato un algoritmo che generi conclusioni ad effetto per i blog post.
Commenti? Spunti? Riflessioni?
E
Spotify che acquisisce Echo Nest per perfezionare il meccanismo di compilazione delle sue radio lo trovate qui http://bit.ly/1sHrJBf
Instagram che si aggiorna suggerendovi non solo le foto da apprezzare ma anche gli utenti che vorrete seguire sta qui http://bit.ly/1107WFP e qui l’app per ripostare le foto preferite quasi come se fossero vostre http://bit.ly/1tLhgEh
Twitter che imbecca gli utenti ideali a cui mettere il follow ed i post che vi piaceranno qui http://bit.ly/1sHhvjy
Il video “grazie” di Facebook lo trovate qui http://bit.ly/1v7nJQH
Qui un tumblr con ogni giorno una ragione per essere felici http://bit.ly/happydaily