Se il tuo è un prodotto buono ed efficiente, perché mai dovresti pubblicizzarlo così tanto? Se il servizio che offri è così eccellente, non saranno gli stessi clienti a notarlo e a riferirlo ad altri attraverso i social? Se sei “cliente-centrico” per quale motivo dovresti continuare a commercializzarlo e pubblicizzarlo?
Per molte organizzazioni vecchio stampo, il marketing e la pubblicità sono strumenti attraverso i quali si scambia la percezione e si distorce la realtà. Seguendo questa logica, nel caso in cui non dovessi avere abbastanza cura dei tuoi clienti, avresti bisogno di pubblicizzare in maniera ancora più intensiva per dimostrare che, invece, tieni a loro veramente. In questo modo il marketing e la pubblicità raramente riflettono chi sei realmente, anzi, ritraggono un’immagine “desiderabile” agli occhi dei clienti, tendenzialmente non vera.
Che gli addetti ai lavori di marketing e di pubblicità dovessero apprezzarlo o meno, quel modello sta cambiando. Non è stato modificato dalle organizzazioni, piuttosto dai clienti stessi, stanchi di ascoltare bugie e mezze verità.
Quotidianamente vediamo i segnali di questo cambiamento, “l’inondazione di comunicazioni irrilevanti ed e-mail inutili sta portando la fedeltà della clientela europea ad un punto di rottura con la maggioranza di essi (84%) pronti a intraprendere azioni legali contro le grandi marche”. Secondo la nuova ricerca commissionata da Ricoh Europe “comunicazioni irrilevanti, sia online che su carta, sono un enorme grattacapo per più di due terzi dei clienti in Europa, i quali considerano un quarto di quello che ricevono e-mail da cestinare. Sei su dieci le considerano addirittura più frustranti della spola tra casa e lavoro”.
I clienti risultano essere sempre più stressati dalle compagnie che cercano di attirare la loro attenzione tramite pubblicità più intrusive e ingannevoli (basti pensare alle native advertising). Ciò che li rende ancora più furiosi è che dal momento in cui hanno comprato qualcosa da una compagnia questi vengono poi ignorati. Nel peggiore dei casi, più sono fedeli ad un brand e più dovranno sborsare soldi.
Un report pubblicato a Febbraio 2016 da Gallup ha affermato che “Le compagnie B2B tra tutte le industrie sono a rischio rimpiazzo – non a causa dei loro prodotti, o dei prezzi, ma perché stanno deludendo i clienti”.
Le compagnie stanno deludendo i loro clienti perché al centro del marketing e della pubblicità c’è la cultura della competizione. Si è costantemente in campagna di promozione, si combattono battaglie per conquistare nuovi clienti. Una volta vinto, questi clienti vengono trattati come un bottino, come soggetti conquistati da sfruttare i cui continui bisogni sono poco o per nulla importanti.
Ironia della sorte, il marketing e la pubblicità non hanno mai funzionato così bene come ora. Probabilmente perché sebbene il marketing e la pubblicità tradizionale abbiano perso efficacia, la spesa aumenta unicamente per mantenere lo status quo. Ma non potrà essere sempre così. Ad un certo punto, il modello vecchio stampo collasserà.
La filosofia di CrowdM sposa in pieno il flusso di questo cambiamento nella proposta di digitalizzazione delle aziende: sono le persone a cambiare il mercato e la trasformazione digitale è “solo” un potente mezzo in grado di calibrarsi sui clienti attuali. L’approccio “digital” sta ponendo a tutti gli effetti i consumatori al centro dell’universo. La tecnologia è solo uno strumento. Una cultura “cliente-centrica” è il fine.
Via New Thinking