Questa foto è simpaticamente “rubata” dalla pagina Facebook di Babas, artista geniale
Un autore che adoro è George Perec (1936-1982), lo scrittore francese famoso per i suoi libri pieni di elenchi. Liste che piacciono o non piacciono, ma che fanno sempre un po’ pensare… Quindi, non avendo teorie rivoluzionarie sull’engagement o pensieri di marketing salvacrisi, ho pensato di stilare una lista io, pensando alle cose che le persone postano e condividono su Facebook. Eccola qua e… segnalatemi tranquillamente se mi sono perso qualcosa…
In fondo siamo ancora nell’era 2.0, i feedback sono sempre graditi. Lo faccio anche per capire se vediamo tutti le stesse cose, no? Perché io sotto sotto ho una mia teoria: un giorno saremo tutti amici e saremo tutti fan delle stesse pagine…
Dove eravamo rimasti? Ah, sì, eccovi la mia lista:
“Cuccioli d’ogni specie, parenti, amici, mici, gatti, gattini, cani, delfini, grilli, fonzie, selfie, pesti, testi, meme, lo stesso meme di tuo cugino, lo stesso della tua ex, il post che pensavi di scrivere tu, ma quello ci è arrivato prima, il post che hai scritto tu, e nessun altro, o invece tutti, la foto con citazione di Terzani, o Alda Merini, camerini, camere, video, appelli, cappelli, facce coperte da copertine di libri, facce da libro, quante!, vestitini, tanga, tango, teste a posto, citazioni firmate, scarpe firmate, red scarpets, red carpet, parole, pensieri, opere, piatti, cupcakes, fakes, sto giocando, ti invito a giocare, non invitatemi a giocare, tifo, spotifo, non spotifo, boicotta questo, boicotta quell’altro, condividi la pausa, condividi la causa, ciao a chi se n’è andato, come fosse un amico di vecchia data, ma non lo avevi mai conosciuto, e soprattutto, lui non aveva mai conosciuto te, omaggi post-umi, coccodrilli e lacrime, ciabatte, focacce, fügasse, figate, fighe e fighi, con o senza skate, sempre con le sneakers, top model, mini-model, baby-model (a loro insaputa), il granvirale, il video che ha fatto impazzire il mondo, il video che ha commosso il mondo, la bambina che ha commosso il mondo, il mondo che non si commuove mai. Maglioni in lana merinos.
E Alda Merini.
Sempre più “qual’è”, invece di “qual è”. Foto da invidia (livello 1: ci sono stato anch’io, come vorrei esserci ora; livello 2: non ci sono stato e non ci andrò mai, però fa figo cliccare mi piace; livello 3, non mi piace proprio e non ci andrò mai, clicco comunque mi piace, perché ormai è compulsivo). Wall, pareti, parati, apparati. Segreti pulcinellati. Scie chimiche. E Alda Merini. La serie tv, ricordi in b/n di un tempo che fu, soprattutto nostalgia, battute, battuti, la cosa intelligente che pensavi di avere scritto e non ha ottenuto nessun like, la cosa scema che hai scritto e che ha raccolto troppi like. Ho scaricato l’offerta, ho scaricato la ragazza, mi hanno scaricato.
Il post che ti aveva sorpreso un anno fa e che adesso è stato condiviso dal mondo, dopo aver fatto il giro del globo e si vede che ormai è un po’ consunto. Vecchi coupé, nuovi decoupage, ecoidee, sempre più amici vegani e chi più ne ha più ne posti. Da tutti i posti!
E Alda Merini.
Ah, e per finire la lista, le liste: di libri, di dischi, di film, di ricette e prossimamente anche liste di liste!”
Mentre Gianni Morandi posta il suo quotidiano selfie, una vecchia amica mi commenta per chiedere, come voi, in questo stesso momento: “Ma che significa questo post?”
La risposta è facile: chiedetelo a un guru. Oppure a un bravo psicologo. Sponsorizzato.