Social media marketing: un alleato per il non profit


Social media marketing per il non profitIl Social Media Marketing è uno strumento efficace non solo per le aziende, ma anche per le organizzazioni senza scopo di lucro.

Non è un caso che il terzo settore utilizzi sempre più per farsi conoscere, raccogliere fondi e arruolare volontari un mix di canali di comunicazione online: social media e social network, ma anche blog, videoblog, podcasting, forum, chat e wiki.

Un recente sondaggio svolto dall’americana Virtual Inc. analizza caratteristiche e buone pratiche delle non profit. I risultati? Facebook stravince su qualsiasi social network, seguito a distanza da LinkedIn e YouTube

Ecco i risultati più interessanti:

•    l’82% della associazioni usa regolarmente Facebook, molto meno diffuso è Twitter (54%)
•    L’uso di LinkedIn al 49%, gareggia con quello di YouTube (42%), mentre Google+ con un 22% arranca anche nel suo maggiore mercato
•    LinkedIn è popolare soprattutto nelle organizzazioni di media dimensione (69%), dove anche Twitter è più forte (81%)
•    Il 48% gestisce forum di discussione online, mentre solo il 32% tiene un blog
•    Chi organizza webcast e seminari (38%) utilizza come strumento in primis GoToMeeting (31%), seguito da WebEx (29%) e Not Sure (21%)

Un’altra ricerca di BlackBaud sulle abitudini delle non profit americane ci fornisce qualche insight sulla direzione che il mercato del not for profit sta prendendo:
•    Le donazioni online costituiscono il 6,4% del totale delle donazioni fatte nel 2013
•    +13,5% la crescita delle donazioni online nel 2013, a fronte di un totale donazioni in crescita del 4,9%
•    Sono le organizzazioni di piccole dimensioni a registrare il maggiore incremento nella raccolta online (quelle di grandi dimensioni hanno il maggiore incremento di raccolta totale)

I dati portano quindi a pensare che in una società in cui aumenta sempre più il peso delle raccolte fondi online a scopo benefico, cresce di conseguenza l’importanza della veicolazione dell’identità e delle attività attraverso la comunicazione in rete – e soprattutto sui social network.

La comunicazione su Facebook & Co. va quindi curata come quella declinata sui mezzi tradizionali. Un post di Nonprofit Tech for Good suggerisce alle non profit dove possono puntare per sviluppare una social media strategy efficace.
In particolare una ricerca svolta da Avectra (cliccate qui per vedere l’infografica) rivela che le nonprofit attribuiscono il loro successo nei social media per il 41% allo sviluppo di una strategia accurata, per il 37% alla prioritizzazione di questi canali nel media mix, per il 28% all’attribuzione di una posizione specifica a chi gestisce gli account social.

Altro dato significativo che emerge da una ricerca di Waggener Edstrom: il 5,55% di chi viene coinvolto nelle attività delle non profit tramite social network è poi spinto a intraprendere qualche azione più incisiva: fare una donazione in denaro (59%), offrirsi come volontario (53%), donare vestiario, cibo o altri beni personali (52%).

Dati raccolti da Artez Interactive (whitepaper scaricabile qui) mostrano invece come in media in una campagna di fundraising p2p dal 15 al 18% delle donazioni provengono da referral di Facebook.
Un posto di rilievo spetta anche a Twitter, che costituisce il mezzo ideale per la copertura in diretta agli eventi di fundrasing: chi ricorre al live tweeting riesce in qualche caso a decuplicare i fondi raccolti rispetto a chi non lo fa (dati tratti da una ricerca di MDG Advertising).

I social media dunque costituiscono uno strumento formidabile anche per le attività senza scopo di lucro. L’importante è conoscere bene gli strumenti e usarli secondo le loro specificità.

Avete esperienze personali da raccontarci a riguardo? I vostri commenti sono benvenuti!

Share on FacebookShare on Google+Tweet about this on TwitterShare on LinkedIn