Il titolo di un disco a me molto caro è lo spunto per condividere una piccola riflessione su come siano cambiate negli ultimi anni le dinamiche di fruizione della musica indipendente, dal palcoscenico a Spotify.
Scopriremo il suddetto titolo misterioso tra qualche riga, intanto ripassiamoci un po’ la storia della musica online.
Prima del 2003 il fulcro dell’attività del musicista era il live e il demo l’unico mezzo per “arrivare” alle orecchie di critici e produttori spesso geograficamente molto lontani. Dal 2003 le cose iniziano a cambiare e nasce MySpace, una vetrina virtuale della quale i musicisti si servono per promuoversi e dalla quale i talent-scout attingono per scoprire novità e tendenze.
Una grande opportunità per la scena musicale indipendente che farà di MySpace il suo fortino dentro il quale a volte però rimarrà irrimediabilmente intrappolata.
Difatti il limite di MySpace è che resta un network nel quale dialogano quasi esclusivamente musicisti, addetti ai lavori e una ristretta cerchia di pubblico. Facebook, dal 2007 cambia ogni cosa, rimpastando le regole e coinvolgendo tutti. Le opinioni del pubblico iniziano a contare quanto, se non di più, di quelle della critica ufficiale influenzando fortemente il gusto.
La bacheca livella tutto, azzera lo spazio tra il palco e la platea mentre il post diventa il nuovo demo. L’immagine stessa dell’artista non ha più filtri e diventa familiare.
Familiare al punto che lo scorso marzo Jack Stratton, leader dei Vulfpeck, gruppo funky di Los Angeles, annuncia con un video messaggio lo Sleepify Tour e chiede ai suoi fan di sostenere la band ascoltando il loro ultimo lavoro, Sleepify appunto, sul servizio di musica in streaming Spotify.
Sì, eccolo qua finalmente il titolo del disco che ha ispirato il titolo di questo post: Sleepify! E’ un album composto da dieci tracce di una trentina di secondi di assoluto silenzio che Stratton invita ad ascoltare la notte mentre si dorme. Tutto questo per poter finanziare, attraverso le royalties che Spotify paga agli autori, il grande sogno di un tour mondiale.
Solo il sonno porta i sogni.
Solo il sonno dei fan porta i sogni in tour?
Note:
Il disco a me molto caro: Enzo Filippelli, Only sleep brings dreams/solo il sonno porta i sogni. CDMN 001-97, Ass. Mercato Nero
Il sito della band Vulfpeck
L’album Sleepify su spotify
Il video appello di Jack Stratton